da Sportmagazine.it

Ancora un pari, di fronte ad un pubblico stizzito, sbuffante, che aspetta con pazienza la rete dei giallorossi che invece non arriva, che vede la palla cozzare contro il palo (foto: GF Communication) quando sta per entrare e che aggroviglia le dita di mani e piedi ogni volta che Leone deve fare gli straordinari per evitare la rete del Locorotondo.
Ce ne vogliono quattro, e parliamo di miracoli, per non far crollare la tesi della 'forte difesa massafrese'. 19, 23, 84 e 86. Sono i numeri fortunati del Massafra, sono i minuti da incorniciare per il portiere massafrese.
Ce ne vogliono quattro, e parliamo di miracoli, per non far crollare la tesi della 'forte difesa massafrese'. 19, 23, 84 e 86. Sono i numeri fortunati del Massafra, sono i minuti da incorniciare per il portiere massafrese.
19': Beltrame solo sulla sinistra e difesa massafrese un passo più indietro. Tiro potente e piazzato, Leone intuisce, si tuffa e respinge.
23': Stessa posizione, stessa circostanza, stesso tiro, cambia il protagonista, perchè questa volta il tentativo è di Lobascio, che si vede sbattere la porta sul muso dal portierone giallorosso. Stesso tiro, stesso tuffo e stessa respinta, questa volta con la mano destra a togliere il pallone che stava per passare sulla testa di Leone.
84': Stessa situazione, a campo e lato invertiti. Destro potente di Serri, Leone si tuffa e para ancora.
Infine il minuto 86': Paparella scappa alla difesa ionica, Leone capisce tutto in anticipo, compie uno scatto da centometrista e in scivolata toglie il pallone dai piedi dell'attaccante anticipandolo e spazzando in fallo laterale.
Quattro miracoli quattro che sbiadiscono l'immagine di un palo, quello colpito da Candita al 24' della ripresa, che con un pizzico di fortuna in più avrebbe donato al Massafra una vittoria sinceramente e palesemente immeritata, contro un Locorotondo che ha costruito di più e più intelligentemente dei giallorossi, costretti al recupero affannoso anche al 16' della ripresa, quando Luccarelli deve correre come un dannato per strappare il pallone dai piedi di Serri lanciatissimo a rete.
La squadra di Pettinicchio, invece, costruisce poco, non affonda, non trova il dialogo con gli attaccanti, che quando hanno a disposizione quelle poche opportunità create, le sprecano.
Quattro miracoli quattro che sbiadiscono l'immagine di un palo, quello colpito da Candita al 24' della ripresa, che con un pizzico di fortuna in più avrebbe donato al Massafra una vittoria sinceramente e palesemente immeritata, contro un Locorotondo che ha costruito di più e più intelligentemente dei giallorossi, costretti al recupero affannoso anche al 16' della ripresa, quando Luccarelli deve correre come un dannato per strappare il pallone dai piedi di Serri lanciatissimo a rete.
La squadra di Pettinicchio, invece, costruisce poco, non affonda, non trova il dialogo con gli attaccanti, che quando hanno a disposizione quelle poche opportunità create, le sprecano.
Belle ma inefficaci le rovesciate di Novellino e Piccolo nel primo tempo, impreciso il tiro di De Virgilio al 13' del secondo tempo, debole e centrale il tiro di Montecasino al 20' da posizione farevole. Poi quel palo. Un lampo a ciel sereno, con il colpo di testa di Candita che si stampa sul legno alla sinistra di Maggi, del tutto inoperoso se non in qualche parata da normale amministrazione.
Ma di quel palo si ricordano in pochi, perchè gli onori sono tutti per lui, Leone, il santo portiere dei quattro miracoli, che ascolta prima i fischi dei tifosi, rivolti ai suoi compagni, poi gli applausi tutti per lui, con il coro in sottofondo: Leone, Leone.
Ma di quel palo si ricordano in pochi, perchè gli onori sono tutti per lui, Leone, il santo portiere dei quattro miracoli, che ascolta prima i fischi dei tifosi, rivolti ai suoi compagni, poi gli applausi tutti per lui, con il coro in sottofondo: Leone, Leone.
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