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A cura di: Oronzo Russo
La Gazzetta del Mezzogiorno
La prima di Salvo Bianchetti (nella foto) in rossoblù.
«Sono fortemente motivato - assicura il nuovo allenatore - non fosse altro che per il fatto di aver incontrato una società come il Casarano. Dirò che ai tempi di Pantaleo Corvino fui contattato, ma poi presi la direzione della squadra della mia città, Catania. Ho sempre avuto una grande stima di questa terra. Dirigenti, tifosi, passione. Anche il dialetto mi è molto vicino».
Ora, però, si tratta di scendere di categoria, addirittura in Eccellenza: «Nel calcio quello che conta non è la categoria, ma il progetto. E il presidente Ivan De Masi mi ha fatto partecipe di un valido programma che ho sposato con grande dedizione».
Pochi minuti prima dell’intervista, il Casarano è stato selezionato tra le squadre che potrebbero
essere ripescate in serie D (leggi l'articolo). Non sarà facile, ma le speranze sono tante: «È una bella notizia sulla quale contavo non poco. Speriamo si traduca positivamente. Ma ripeto, quello che ha importanza vitale in questo momento è il progetto che mi ha affascinato».
Le squadre di Bianchetti hanno sempre avuto verve, gioco speculare e forte motivazione. Anche nel Casarano avranno grande valenza i giovani? «Una squadra senza giovani è come avere poca benzina nel serbatoio. So che nel Casarano ce ne sono alcuni di grande valore. Lunedi prossimo sarò in città, avrò possibilità di rendermi conto di molte cose, ho grande fiducia. I nomi di quelli che già ci sono mi danno molto affidamento. Mi hanno raccontato buone cose di D’Anna e nei prossimi giorni dovrebbero arrivare altri elementi di spessore a coronamento di una campagna acquisti di grande rilievo».
Grandi prospettive, quindi, per una squadra che come sempre sarà sostenuta da una tifoseria incomparabile: «Sì, quella è insostituibile. È fondamentale poter contare su un pubblico sanguigno e competente. Riesce a darti quella spinta che ti porta al successo. Sono venuto tante volte a Casarano da avversario e ricordo molto bene come quei tifosi siano il 12° uomo in campo. Ora saranno dalla mia parte. Se poi si aggiunge che si potrà contare su una società degna e vigile, non si possono che avere buone speranze».
«Sono fortemente motivato - assicura il nuovo allenatore - non fosse altro che per il fatto di aver incontrato una società come il Casarano. Dirò che ai tempi di Pantaleo Corvino fui contattato, ma poi presi la direzione della squadra della mia città, Catania. Ho sempre avuto una grande stima di questa terra. Dirigenti, tifosi, passione. Anche il dialetto mi è molto vicino».
Ora, però, si tratta di scendere di categoria, addirittura in Eccellenza: «Nel calcio quello che conta non è la categoria, ma il progetto. E il presidente Ivan De Masi mi ha fatto partecipe di un valido programma che ho sposato con grande dedizione».
Pochi minuti prima dell’intervista, il Casarano è stato selezionato tra le squadre che potrebbero
essere ripescate in serie D (leggi l'articolo). Non sarà facile, ma le speranze sono tante: «È una bella notizia sulla quale contavo non poco. Speriamo si traduca positivamente. Ma ripeto, quello che ha importanza vitale in questo momento è il progetto che mi ha affascinato».
Le squadre di Bianchetti hanno sempre avuto verve, gioco speculare e forte motivazione. Anche nel Casarano avranno grande valenza i giovani? «Una squadra senza giovani è come avere poca benzina nel serbatoio. So che nel Casarano ce ne sono alcuni di grande valore. Lunedi prossimo sarò in città, avrò possibilità di rendermi conto di molte cose, ho grande fiducia. I nomi di quelli che già ci sono mi danno molto affidamento. Mi hanno raccontato buone cose di D’Anna e nei prossimi giorni dovrebbero arrivare altri elementi di spessore a coronamento di una campagna acquisti di grande rilievo».
Grandi prospettive, quindi, per una squadra che come sempre sarà sostenuta da una tifoseria incomparabile: «Sì, quella è insostituibile. È fondamentale poter contare su un pubblico sanguigno e competente. Riesce a darti quella spinta che ti porta al successo. Sono venuto tante volte a Casarano da avversario e ricordo molto bene come quei tifosi siano il 12° uomo in campo. Ora saranno dalla mia parte. Se poi si aggiunge che si potrà contare su una società degna e vigile, non si possono che avere buone speranze».
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