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LND / Tisci "Gallipoli e Monopoli in Eccellenza? Impensabile"

05 luglio 2010
di VITO PRIGIGALLO
Anche il compleanno (tre settimane fa ha compiuto cinquant’anni) tiene conto del calendario: è inserito tra una stagione e l’altra. Vito Tisci (nella foto), al secondo mandato, è da cinque anni e mezzo a capo del calcio dilettantistico pugliese. Governa il pallone di Puglia al tempo della crisi. Al tempo in cui molti presidenti consegnano le chiavi dei club ai sindaci. Che non se la passano meglio quanto a finanze.

«Spero si tratti solo di un momento, come dire, di depressione. Fra qualche giorno si ritroverà l’entusiasmo e si ripartirà. Certo, dimissioni ufficiali in via Pende (sede del Comitato regionale della Lega dilettanti, ndr) non ne sono arrivate».

La congiuntura è particolarmente complicata.
«Investe tutti gli sport. E quindi anche il calcio, che ai suoi più alti livelli regionali comporta notevoli investimenti. Ma non dimentichiamo che è anche una crisi vocazionale del volontariato, che incide negativamente quanto quella economica».

Risorse investite. Troppe, se si pensa che un campionato di Eccellenza può costare anche 6-700 mila euro, se non di più.
«I dilettanti devono tornare a fare i dilettanti. Mi chiederete: che può fare la Lega? Niente. I parametri per i rimborsi spese sono precisi. Il resto...».

Il resto è sommerso. Resta attuale l’appello di Gianni Pitta, presidente del Lucera che due anni invocò il ridimensionamento. Finito rinchiuso nell’archivio delle cause perse.
«L’appello fu ripreso dal Corato e dal Muro. Calciatori e allenatori se li prendono (i soldi, ndr) perché trovano sempre qualcuno che glieli dà».

Ma la cuccagna potrebbe finire.
«A me interessa che non finisca il calcio. E di una cosa sono certo: ne usciremo. Con i soliti ingredienti: passione, entusiasmo e volontà».

Rispetto al 2009 il calcio pugliese ha vinto poco.
«L’anno scorso c’è stato il boom, dal Bari al Gallipoli al Brindisi fino al Casarano che vinse tutto e all’Ostuni che vinse i playoff. Quest’anno però ci siamo difesi: il Trani è salito in D, il Real Mola di calcio a 5 in B. E la Virtus Bari è arrivata alle finali nazionali giovanili».

A proposito del Trani. Flora alla «Gazzetta» definì l’Eccellenza un teatrino di cartapesta.
«Il presidente della Fortis ha offeso me e tutto il calcio pugliese. Dopo la pubblicazione di quell’intervista, ricevetti telefonate di protesta da altri dirigenti. Non ho voluto replicare subito per non creare turbative in una piazza straordinaria, tornata ai livelli nazionali. Sono abituato alle esternazioni del dottor Flora: quando perde deve prendersela con qualcuno. Il calcio pugliese di cui l’Eccellenza è il campionato di punta, resta vivo e brillante, con dirigenti che mettono, loro sì, i soldi di tasca propria, senza necessariamente essere apolidi del pallone, senza legami con il territorio: elementi fondamentali a mio parere per fare buon calcio».

Le crisi di Monopoli e Gallipoli. Presidente, le fischiano le orecchie?
«In effetti potrebbero essere due tegole. Se non trovano 300 mila euro non si iscrivono alla serie D».

Le dovrà collocare in Eccellenza come otto anni fa, quando Fasano e Tricase vi costrinsero a una Premier League pugliese a 20 squadre?
«Impensabile: con che faccia direi a Locorotondo e Massafra di restare in Promozione?

Ma decidono Federcalcio e Lega.
«Proverò a spiegare. Anche se mi rendo conto che, per esempio, un Monopoli in Prima categoria è un rischio per la massa di tifosi che mobilita».

Insomma, si prospetta una Promozione a 36 squadre. Il calcio di base invece soffre. La Terza categoria conta solo 118 squadre. Il comitato provinciale di Bari non ne schiera più di 18, che diventano 28 con il distretto di Trani.
«Il calcio resta il movimento sportivo più importante in Puglia: 470 club, 498 squadre, oltre 22mila calciatori dilettanti, quasi 20 mila giovani, più di mille giudici di gara. Lo dicevamo prima: il momento è difficile, le sofferenze incidono.

Si potrebbe pensare a incentivi.
«Mi ritrovo con 156 mila euro di debiti inesigibili da pagare alla Lega...».

A fine agosto si riparte. Comunque. Che la festa ricominci.

(G.d.M.)

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