di ANTONIO CALO'
Dopo la disastrosa stagione da poco passata in archivio, in casa della Toma Maglie esiste il rischio concreto del disimpegno totale o parziale del gruppo dirigente, che metterebbe a rischio il futuro del club.
Dopo la disastrosa stagione da poco passata in archivio, in casa della Toma Maglie esiste il rischio concreto del disimpegno totale o parziale del gruppo dirigente, che metterebbe a rischio il futuro del club.
I risultati deludenti, uniti ai sacrifici economici più pesanti del previsto che sono stati sostenuti dalla società guidata da Daniele Gatto, potrebbero indurre più di un componente del sodalizio a farsi da parte, generando un effetto domino.
«Finalmente l’agonia è terminata – dice senza giri di parole il direttore generale Sandro Santese (Nella foto in alto) – Tutti noi non vedevamo l’ora che questa disgraziatissima annata agonistica chiudesse i battenti. L’epilogo purtroppo è stato quello che si era andato disegnando già da diverse settimane. A lungo le abbiamo provate tutte pur di invertire la rotta che aveva preso il nostro campionato. Dopo quanto accaduto nel match casalingo contro il Terlizzi e dopo le sanzioni che ci sono state inflitte, però, abbiamo tirato i remi in barca».
Santese pare deciso ad uscire dal club insieme al fratello Antonio.
«Le delusioni e le amarezze che abbiamo accumulato in questi mesi sono state tali da fiaccare il nostro entusiasmo – sostiene il direttore generale della Toma Maglie – In questo momento l’idea è quella di porre fine al nostro impegno nel mondo del calcio».
«Non abbiamo parlato di questo proposito in seno al direttivo, ma difficilmente modificheremo la nostra attuale opinione – prosegue Sandro Santese – Mi risulta, anzi, che ci siano altri dirigenti orientati nella medesima direzione. Oltre ad accumulare delusioni ed amarezze, del resto, ciascuno di noi ha speso molto di più di quanto era stato previsto, in quanto talune promesse di sostegno che ci erano state fatte non si sono concretizzate».
«Sul futuro della Toma Maglie, comunque, sarà possibile avere le idee chiare solo quando si riunirà il direttivo – aggiunge Sandro Santese – Ma dubito che ciò accadrà in tempi brevi in quanto ciascuno di noi desidera solo staccare la spina».
Il direttore generale analizza la stagione da poco terminata.
«La caratura tecnica dell’organico avrebbe potuto permetterci di raggiungere la permanenza – dice Sandro Santese – A mio parere, però, dopo avere avvicendato Karel Zeman con Andrea Romano e dopo avere deciso di cambiare ancora, avremmo dovuto affidarci ad un trainer navigato della categoria. Sul fronte della rosa, invece, ceduto l’attaccante Sebastian Sirito non siamo riusciti a sostituirlo adeguatamente».
(G.d.M.)
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