«Se non vogliono il Tricase nel calcio regionale ce lo dicano e noi leveremo il disturbo».
La sconfitta di domenica scorsa a Lucera ha fatto saltare la tradizionale pazienza del numero uno della società salentina.
«Non basta essere uomini di calcio per non accorgersi che a Lucera domenica scorsa è stato commesso un linciaggio morale, un affossamento voluto e perpetrato con assoluta malafede ai danni della nostra squadra - ha proseguito il presidente del Tricase - Chi ha colpito con una ginocchiata in pieno volto Orazio Mitri, per la volontarietà del gesto, andava espulso. E, invece, nulla. Mitri ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari nell’ospedale. La violenza di gioco con la quale Carminati s'è cercato il rigore, concesso dall’arbitro, che poi ha espulso, invece, il nostro portiere Cesari, non può non essere stata vista nella giusta dimensione da chi continua a confidare che il calcio, anche nei dilettanti, anzi soprattutto nei dilettanti, dovrebbe essere palestra di buone azioni. Invece, quel direttore di gara ha capovolto non solo le regole, ma anche le buone intenzioni, addossandosi le responsabilità di aver determinato un vero e proprio scandalo in campo. E tutto tace».
La sconfitta di domenica scorsa a Lucera ha fatto saltare la tradizionale pazienza del numero uno della società salentina.
«Non basta essere uomini di calcio per non accorgersi che a Lucera domenica scorsa è stato commesso un linciaggio morale, un affossamento voluto e perpetrato con assoluta malafede ai danni della nostra squadra - ha proseguito il presidente del Tricase - Chi ha colpito con una ginocchiata in pieno volto Orazio Mitri, per la volontarietà del gesto, andava espulso. E, invece, nulla. Mitri ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari nell’ospedale. La violenza di gioco con la quale Carminati s'è cercato il rigore, concesso dall’arbitro, che poi ha espulso, invece, il nostro portiere Cesari, non può non essere stata vista nella giusta dimensione da chi continua a confidare che il calcio, anche nei dilettanti, anzi soprattutto nei dilettanti, dovrebbe essere palestra di buone azioni. Invece, quel direttore di gara ha capovolto non solo le regole, ma anche le buone intenzioni, addossandosi le responsabilità di aver determinato un vero e proprio scandalo in campo. E tutto tace».
Potrebbe essere interpretato questo sfogo di Michele Dell’Abate come una riflessione dovuta all’amarezza di aver perso ancora e di non vedere ancora la possibilità di uscire dalle sabbie mobili dell’ultima postazione in classifica.
«Ma è sbagliato credere questo - aggiunge Dell’Abate - Quando il Tricase ha demeritato, sono stato il primo a stigmatizzarlo. Così non è accaduto a Lucera. Vedo, invece, una forte volontà esterna al rettangolo di gioco di affossare una società che non intende sottostare, e mai lo farà, alle leggi del cattivo calcio, in mano a tanti, troppi mestatori e affabulatori».
(G.d.M.)
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