di MAURIZIO PASCULLI+4.jpg)
Si sprecano gli aggettivi e le iperboli per descrivere il momento di grazia del Manduria che, a questo punto, sarebbe riduttivo continuare a considerare una semplice sorpresa.
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Si sprecano gli aggettivi e le iperboli per descrivere il momento di grazia del Manduria che, a questo punto, sarebbe riduttivo continuare a considerare una semplice sorpresa.
E questo ruolo comincia a stare stretto anche al tecnico messapico Gigi Bruno, uno dei principali artefici del miracolo Manduria.
«Dopo dieci giornate il campionato assume una sua fisionomia - commenta Bruno (foto: S. Porcelli) - e le gerarchie vanno delineandosi. Sicuramente all’inizio abbiamo sorpreso più d’uno. In fondo ci siamo presentati al via con una squadra convinta di dover disputare il torneo di Promozione. Quindi è anche comprensibile una certa sorpresa per i risultati ottenuti. Ma, ora, non può esser considerato più solo un caso il nostro ottimo cammino. Mi sembra riduttivo ed ingeneroso nei confronti di un gruppo che dimostra di avere delle indiscutibili qualità».
«Dopo dieci giornate il campionato assume una sua fisionomia - commenta Bruno (foto: S. Porcelli) - e le gerarchie vanno delineandosi. Sicuramente all’inizio abbiamo sorpreso più d’uno. In fondo ci siamo presentati al via con una squadra convinta di dover disputare il torneo di Promozione. Quindi è anche comprensibile una certa sorpresa per i risultati ottenuti. Ma, ora, non può esser considerato più solo un caso il nostro ottimo cammino. Mi sembra riduttivo ed ingeneroso nei confronti di un gruppo che dimostra di avere delle indiscutibili qualità».
L’allenatore manduriano rivendica i meriti della sua squadra che ha sempre difeso a spada tratta. «Stiamo facendo cose straordinarie – sostiene il tecnico messapico - e gran parte del merito è dei giocatori».
Ma anche dell’allenatore, aggiungiamo noi. L’undici manduriano ha una sua precisa identità che rispecchia il carattere ed il credo calcistico del suo condottiero.
«Il mio compito precipuo - si schermisce Bruno - è quello di trarre il massimo possibile dal materiale umano messomi a disposizione. Siamo a buon punto anche sotto questo profilo. Ma, vi assicuro, che si può fare molto di più. Questi ragazzi hanno delle potenzialità ancora inespresse delle quali anche loro devono prender piena consapevolezza. Per il resto cerco di impegnarmi per ripagare chi ha riposto fiducia in me».
Intanto il Manduria veleggia nelle zone nobili della graduatoria. Il rischio è quello di esser colpiti dalle vertigini d’alta quota.
«Non credo che la mia squadra possa realmente correre questo rischio – rassicura l’allenatore messapico - L’umiltà e la modestia sono fra le caratteristiche genetiche di questo gruppo. Si tratti di ragazzi votati al sacrificio consci che i risultati possano giungere esclusivamente attraverso il lavoro. Quindi tranquilli sotto questo punto di vista. Restiamo tutti coi piedi ben saldi a terra non perdendo di vista il nostro obbiettivo primario che resta quello della permanenza in Eccellenza».
(C.d.G.)
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