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Acd Massafra: Prospettive difficili in casa giallorossa

14 giugno 2009
di Antonello Piccolo
Nulla si muove intorno al Massafra. I giorni passano in fretta e di calcio giallorosso nessuno sembra intenzionato a parlare. Il cammino della locale squadra di calcio è fermo al 29 marzo 2009, giorno in cui i ragazzi allenati da Giacomo Pettinicchio hanno disputato, in quel di Casarano, l’ultima gara della stagione 2008-2009.
A distanza di quasi tre mesi nulla traspare sul futuro. Quale sarà il destino del calcio massafrese? Le prospettive appaiono tutt'altro che rosee.
Il titolo sportivo del Massafra, comunque, non sarà ceduto. Sicuramente la volontà del gruppo dirigenziale uscente, capeggiato da Benito Luccarelli, sarà rispettata.
La crisi, che ha stretto nella morsa l’intero apparato economico nazionale, non sembra affatto aver risparmiato l’imprenditoria massafrese.
Per questo le varie aziende non possono più garantire la stessa collaborazione, in termini economici, del passato. Il budget da poter investire nello sport, quindi, si è ridotto notevolmente. Una situazione triste che potrebbe indurre molte società a non iscriversi ai rispettivi campionati. Chi lo farà (sicuramente anche il Massafra) dovrà affidarsi a “manager” capaci di allestire formazioni dignitose a costi bassi. In tal senso, bisognerà capire l’andamento del mercato calciatori, che nelle categorie dilettantistiche, negli ultimi anni, ha raggiunto livelli molto simili al calcio professionistico. Giusto per intenderci, per puntare ad un campionato di transizione tranquillo, occorrono circa 500mila euro. Con le ristrettezze in atto, quindi, sarà più che mai necessario per tutti evitare spese pazze.
Ritornando al Massafra, occorre ricordare che i costi di gestione della squadra, da anni, gravano soltanto su pochi imprenditori sensibili. Mai nessuna nuova forza economica ha manifestato l’intenzione di partecipare ad un progetto di rilancio del movimento calcistico locale. A Massafra sembrerebbero non esserci le condizioni per fare calcio a livelli importanti. Non c'è entusiasmo. Lo stadio è frequentato dai soliti affezionati che, in molte circostanze, attraverso inopportune contestazioni, si rivelano nocivi per la squadra e la società. In queste condizioni pensare ad un futuro roseo, per ora, è solo pura utopia.

(La Gazzetta del Mezzogiorno)

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