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A cura di: Biagio Fanelli Jr
La Gazzetta del Mezzogiorno
La missione è stata completata.
Francesco Musacco (foto: asdmolfettacalcio.it), giovane portiere tranese, è riuscito, con i suoi compagni, a portare a casa una salvezza importantissima per il Molfetta.
I playout contro il Cerignola hanno sancito la salvezza della squadra di De Nicolò e hanno messo in evidenza la graniticità della retroguardia molfettese, diretta, dai pali della sua porta, da Musacco, protagonista di un finale di stagione da incorniciare.
Non è un caso che il Molfetta, nonostante la posizione di classifica, sia stata la quarta difesa meno battuta del torneo di Eccellenza. E non è un caso che Musacco si sia diviso con Loporchio la palma di miglior portiere della categoria.
Dopo aver calcato i campi del professionismo, per l’estremo difensore tranese non è stato facile calarsi nella realtà del dilettantismo pugliese: «È tutto un altro mondo - commenta Musacco - e le differenze, anche con la serie D, sono abissali. Si gioca un calcio diverso. Quando ho scelto Molfetta ero consapevole di tutti i limiti della categoria, ma la voglia di mettersi alla prova e di giocare ha fatto la differenza. Mi sono calato nel ruolo con la massima umiltà e professionalità, gli attestati di stima ricevuti dimostrano la bontà della scelta».
Salvato il Molfetta, Musacco si proietta sulla prossima stagione.
Il cartellino è di proprietà del giocatore che adesso può scegliersi una destinazione più confacente alle sue potenzialità e ambizioni. Diverse squadre lo hanno fatto seguire durante tutto il campionato, alcune anche di serie C2.
Non è un caso che il Molfetta, nonostante la posizione di classifica, sia stata la quarta difesa meno battuta del torneo di Eccellenza. E non è un caso che Musacco si sia diviso con Loporchio la palma di miglior portiere della categoria.
Dopo aver calcato i campi del professionismo, per l’estremo difensore tranese non è stato facile calarsi nella realtà del dilettantismo pugliese: «È tutto un altro mondo - commenta Musacco - e le differenze, anche con la serie D, sono abissali. Si gioca un calcio diverso. Quando ho scelto Molfetta ero consapevole di tutti i limiti della categoria, ma la voglia di mettersi alla prova e di giocare ha fatto la differenza. Mi sono calato nel ruolo con la massima umiltà e professionalità, gli attestati di stima ricevuti dimostrano la bontà della scelta».
Salvato il Molfetta, Musacco si proietta sulla prossima stagione.
Il cartellino è di proprietà del giocatore che adesso può scegliersi una destinazione più confacente alle sue potenzialità e ambizioni. Diverse squadre lo hanno fatto seguire durante tutto il campionato, alcune anche di serie C2.
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