
Nardò: Bassi, Lanciano (88' Lepore), Montefusco, Ricciato, Calabuig, Tartaglia, De Pascalis, Millan, Nobile (69' Tenzone), Presicce, Sisalli (79' Zagaria). A disp: Di Marco, Speciale, Fontana, Cillo.
Molfetta: Musacco, Magrone, Cataldo, Lucani, Angelico, Baldassarre, D’Alessandro, Di Bari, Paparella, Fanfulla (84' Sigrisi), Aloisio. A disp: Spadavecchia, Scarcia, Acquaviva, Liegi, Lacavalla, Tesse.
Da: Nardocalcio.com
Tante volte spietato, il dio del pallone stavolta si mostra benevolo con il Nardò. E, paradossi del pallone, l’esibizione meno brillante della gestione Toma finisce in gloria. Con giocatori e pubblico euforici per una vittoria agguantata all’ultimo respiro. Tre punti che, complice l’improvviso risveglio del Corato, non servono a rendere più credibile l’illusione di un miracoloso aggancio alla zona play-off, anche se aritmeticamente l’impresa rimane almeno teoricamente possibile.
Mai come stavolta è dunque doveroso cominciare dalla fine. Dal rilancio apparentemente disperato di Bassi, quando mancano solo due minuti all’esaurirsi dell’extra-time, che si trasforma in un assist perfetto per l’ultimo disperato assalto del Nardò. Il pallone giunge quindi sulla testa dell’ispiratissimo Tenzone, che con grande intelligenza ha in serbo la giocata decisiva. Il fantasista barese intravede l’inserimento centrale di gran carriera di Presicce e con un delizioso tocco di testa gli affida il pallone della vittoria. Il baby neretino protagonista a dire il vero di una prestazione poco tonica e brillante, si fionda sul pallone in velocità. Tutto lo stadio trattiene il respiro per un paio di interminabili secondi, ma la stoccata di sinistro del talentuoso numero dieci granata, da pochi passi, non può che terminare la sua corsa in fondo alla rete.
Quasi per un segno del destino, il gol della vittoria nasce sull’asse Tenzone-Presicce. La cui presenza contemporanea in campo Toma continua a somministrare con il bilancino del farmacista, costretto com’è a districarsi tra opposte esigenze nel difficile gioco ad incastro reso complicato da un abbondanza di uomini e soluzioni dalla trequarti in sù. E così l’irrinunciabilità ai due esterni di ruolo, il desiderio di recuperare un Nobile sempre più a corrente alternata e infine gli obblighi imposti dalla regola dell’under, hanno finito anche stavolta con il penalizzare l’ex barlettano. Il cui ingresso in campo ha cambiato il corso della gara, come già era successo a Copertino la scorsa settimana. E poiché le prestazioni più entusiasmanti del Nardò di Toma sono sempre coincise (Mesagne, il primo tempo con il Real Altamura) con la presenza in campo di Tenzone, ecco che questa vittoria sul filo di lana consegna al tecnico di Maglie un bel dilemma che probabilmente finirà con il tormentarlo per l’intera settimana.
D’altronde il match con il Molfetta oltre che a consegnare agli archivi una delle peggiori prestazioni stagionali di Nobile, il cui rendimento continua ad essere condizionato dai capricci del ginocchio, ha confermato anche il calo di condizioni di Sisalli, già emerso da qualche settimana.
Molfetta: Musacco, Magrone, Cataldo, Lucani, Angelico, Baldassarre, D’Alessandro, Di Bari, Paparella, Fanfulla (84' Sigrisi), Aloisio. A disp: Spadavecchia, Scarcia, Acquaviva, Liegi, Lacavalla, Tesse.
Da: Nardocalcio.com
Tante volte spietato, il dio del pallone stavolta si mostra benevolo con il Nardò. E, paradossi del pallone, l’esibizione meno brillante della gestione Toma finisce in gloria. Con giocatori e pubblico euforici per una vittoria agguantata all’ultimo respiro. Tre punti che, complice l’improvviso risveglio del Corato, non servono a rendere più credibile l’illusione di un miracoloso aggancio alla zona play-off, anche se aritmeticamente l’impresa rimane almeno teoricamente possibile.
Mai come stavolta è dunque doveroso cominciare dalla fine. Dal rilancio apparentemente disperato di Bassi, quando mancano solo due minuti all’esaurirsi dell’extra-time, che si trasforma in un assist perfetto per l’ultimo disperato assalto del Nardò. Il pallone giunge quindi sulla testa dell’ispiratissimo Tenzone, che con grande intelligenza ha in serbo la giocata decisiva. Il fantasista barese intravede l’inserimento centrale di gran carriera di Presicce e con un delizioso tocco di testa gli affida il pallone della vittoria. Il baby neretino protagonista a dire il vero di una prestazione poco tonica e brillante, si fionda sul pallone in velocità. Tutto lo stadio trattiene il respiro per un paio di interminabili secondi, ma la stoccata di sinistro del talentuoso numero dieci granata, da pochi passi, non può che terminare la sua corsa in fondo alla rete.
Quasi per un segno del destino, il gol della vittoria nasce sull’asse Tenzone-Presicce. La cui presenza contemporanea in campo Toma continua a somministrare con il bilancino del farmacista, costretto com’è a districarsi tra opposte esigenze nel difficile gioco ad incastro reso complicato da un abbondanza di uomini e soluzioni dalla trequarti in sù. E così l’irrinunciabilità ai due esterni di ruolo, il desiderio di recuperare un Nobile sempre più a corrente alternata e infine gli obblighi imposti dalla regola dell’under, hanno finito anche stavolta con il penalizzare l’ex barlettano. Il cui ingresso in campo ha cambiato il corso della gara, come già era successo a Copertino la scorsa settimana. E poiché le prestazioni più entusiasmanti del Nardò di Toma sono sempre coincise (Mesagne, il primo tempo con il Real Altamura) con la presenza in campo di Tenzone, ecco che questa vittoria sul filo di lana consegna al tecnico di Maglie un bel dilemma che probabilmente finirà con il tormentarlo per l’intera settimana.
D’altronde il match con il Molfetta oltre che a consegnare agli archivi una delle peggiori prestazioni stagionali di Nobile, il cui rendimento continua ad essere condizionato dai capricci del ginocchio, ha confermato anche il calo di condizioni di Sisalli, già emerso da qualche settimana.
E così le iniziative offensive del Nardò sono transitate in prevalenza dalle parti di un De Pascalis non particolarmente preciso però nella misura dell’ultimo passaggio.
E con un Molfetta bravo ad interpretare la sua gara di contenimento dal punto di vista tattico, coprendo bene gli spazi, e un Nardò incapace di concretizzare la sua supremazia territoriale, ecco che la partita ha offerto pochissimo dal punto di vista dello spettacolo e delle occasioni da rete.
Primo tempo dunque sostanzialmente incolore, con Bassi costretto ad un paio di interventi difficili.
Primo tempo dunque sostanzialmente incolore, con Bassi costretto ad un paio di interventi difficili.
Già, perché il Molfetta in quel paio di occasioni in cui è riuscito a distendersi in avanti ha rischiato davvero di far male.
E così al 15’, da un pallone perso dai granata sul pressing avversario sulla trequarti, è scaturita una incursione in tandem di Di Bari e Fanfulla conclusa con un diagonale di quest’ultimo che costringeva Bassi a sventare in tuffo, mentre al 44’ una rapida ripartenza biancorossa veniva sventata da una tempestiva ed efficace uscita di Bassi tra i piedi di Paparella lanciato a rete. L’improduttiva pressione del Nardò nei primi quarantacinque minuti, generava invece una sola occasione da rete: un salvataggio in scivolata di Angelico su Sisalli (’20), smarcato al tiro in piena area da un tocco di Nobile.
Per il resto una serie di offensive interrottesi al momento dell’ultimo passaggio per la reattività dei difensori molfettesi (in evidenza Cataldo e il già citato Angelico ad opporsi in recuperi determinanti) o per imprecisione nella misura dei cross, con il pallone ad attraversare l’intera area avversaria.
E la partita era proseguita sullo stesso sbiadito canovaccio per gran parte della ripresa, fino all’ingresso di Tenzone.
E la partita era proseguita sullo stesso sbiadito canovaccio per gran parte della ripresa, fino all’ingresso di Tenzone.
Con Bassi nuovamente chiamato a sventare un diagonale di Fanfulla al 23’.
Poi il match cambiava con l’ingresso di uno straordinario e irrefrenabile Tenzone. Il fantasista orchestrava un paio di pericolose percussioni.
Al 24’ dava il là ad una offensiva che De Pascalis concludeva con un diagonale in girata a lato di un soffio; tre minuti dopo invece imbeccava in piena area Presicce, affrontato da un avversario, ne nasceva un rimpallo che smarcava Sisalli al tiro sottomisura, intercettato però da Musacco. Sempre più rannicchiato nella propria metà campo con l’uscita di una mezzapunta (Fanfulla), sostituito da un difensore (Sigrisi), il Molfetta pensava di aver già strappato un preziosissimo punticino, quando doveva arrendersi all’ennesima intuizione di Tenzone e alla stoccata vincente di Presicce.
Nessun commento:
Posta un commento