Nardò: Di Marco, Malerba, Lanciano, Millan, Modesto, Calabuig, Tartaglia, Sisalli (78' Lenti), Nobile (68' De Pascalis), Tenzone, Zagaria. A disp. Di Punzio, Montefusco, Cillo, Lepore, Aloisi.Bisceglie: Sardella (46' Cagnazzo), La Salandra, Borrelli, Cuocci, Campanella, Porro, Piscopo (71' Lasalandra), Pizzulli, Vicentin, Carlucci (46' Di Bitetto), Di Pinto. A disp. Malerba, Moreo, Padovano, Santoli.
A cura di: Nardocalcio.com
Ad un passo dal baratro il Nardò tira fuori una vitalità spaventosa, che alla fine non basta, però, a raddrizzare la piega di un campionato che diventa sempre più anonimo.
Dopo lo 0-3 con il Noci, un’altra gara da guinness dei primati, che sfugge a qualsiasi schema o tentativo di interpretazione. Certo stavolta c’è stata una veemente reazione, trame di gioco di pregevole qualità, una caterva di gol e occasioni da rete a tamburo battente, ma, ed è l’altro lato della medaglia, macroscopiche ingenuità e disattenzioni difensive che hanno finito con il mortificare una prestazione che sarebbe stata da tramandare alla storia.
E così un Nardò, per certi aspetti eroico, capace di ribaltare lo 0-2 iniziale e poi di riportarsi in vantaggio dopo aver subito il 3-3, deve accontentarsi di un punticino, buono solo per il morale. Alla resa dei conti per ben due volte i granata non sono riusciti ad amministrare il vantaggio, nonostante una condizione psicologica favorevole, pur con l’attenuante dell’espulsione probabilmente affrettata di Tartaglia, proprio quando il Bisceglie stava producendo l’ultimo sforzo alla ricerca dell’incredibile 4-4 finale.
Ma l’inferiorità numerica spiega solo in parte la preoccupante puntualità con la quale, in quei frangenti, il Bisceglie riusciva a liberare un uomo al tiro in area. E allora, per dare ancora un senso ad un campionato che non è ancora giunto al giro di boa, occorre ripartire da un attacco, ispirato da Sisalli e Tenzone, riscopertosi micidiale e implacabile grazie alla superba prestazione di un ritrovato e incontenibile Nobile e il gran lavoro di Zagaria.
Chi mai, dopo un primo quarto d’ora sonnolento e giocato al piccolo trotto, avrebbe potuto immaginare un tale susseguirsi di emozioni?
La prima porzione di gara, scorre via nel torpore generale. Nardò contratto e alla ricerca di una precisa identità dopo l’innovazione tattica di Sgobba, che schiera Tenzone nel suo ruolo naturale di trequartista dietro le punte per un inedito 4-3-1-2 e un Bisceglie a sua volta inespressivo, preoccupato di tenere le posizioni e non scoprire la difesa.
A rompere gli equilibri è il fiscalissimo Serra, con la sua inflessibile interpretazione di una venalissima trattenuta in area di Calabuig su Vicentin, su un cross proveniente dalla sinistra, ai più apparso privo di qualsivoglia potenziale pericolosità. Il mastodontico puntero argentino spiazza Di Marco dal dischetto (16’).
La situazione sembra definitivamente precipitare due minuti dopo, quando su una punizione calciata dalla sinistra da Carlucci, Di Pinto è libero di fiondarsi in tuffo di testa sul pallone e beffare Di Marco per la seconda volta.
Per una decina di minuti il Nardò, tramortito, non pare in grado di reagire.
Poi si scatena. Al 29’ Zagaria, assistito da Tenzone, a portiere battuto, trova il salvataggio in angolo di un difensore.
Un minuto dopo è delizioso il passaggio filtrante di Nobile per Sisalli che dalla linea di fondo imbecca Zagaria, per la facile deviazione sottomisura.
Quindi Sardella prima sventa una botta sul suo palo in due tempi, poi si inarca per deviare in angolo una botta di Tenzone.
Dall’angolo nasce il rigore del 2-2, perché l’arbitro, utilizzando lo stesso metro di giudizio di prima, scorge una spinta alle spalle di Nobile, che pure non appare di quelle davvero poderose e assegna il penalty trasformato in modo impeccabile dallo stesso bomber granata (35’).
Che Nobile sia tornato quello dei giorni migliori, giunge ulteriore conferma al 37’: lancio di Tenzone, fuga prolungata del capitano che insacca con un preciso tocco sull’uscita di Sardella.
Risultato ribaltato in 7 minuti, un vero capolavoro. E’ il premio ad una reazione in cui l’orgoglio è supportato da una spinta formidabile e insistente.
Mostruoso in attacco, inconsistente in difesa.
E nell’ultimo minuto di recupero, non basta neanche un salvataggio sulla linea di Lanciano sul colpo di testa di Lasalandra, su un tiro dalla bandierina, per evitare la capitolazione. Perché la palla finisce sui piedi di Campanella, che trova lo spiraglio giusto per il 3-3.
Ripresa: pronti, via ed è 4-3.
Millan mette in mezzo dalla destra, controllo e diagonale di chirurgica precisione di Nobile, che si insacca all’angolino basso alla destra del nuovo entrato Cagnazzo. E’ l’apoteosi.
La gestione del nuovo vantaggio è a lungo intelligente. E’ vero, il Nardò, sotto la spinta del Bisceglie arretra il baricentro, ma è sempre pronto a fiondarsi negli spazi.
Ancora un delizioso assist smarcante di Nobile (11’) libera Zagaria in area: l’attaccante termina a terra dopo un contatto con Cagnazzo in disperata uscita e stavolta l’arbitro ammonisce il giocatore neretino.
Al 16’ pallone intercettato sulla trequarti da Sisalli e fuga di 30 metri, poi scarica verso Nobile che sparacchia fuori, trascurando due compagni ben piazzati in area.
E ancora deliziosa giocata di Tenzone al 29’: si beve in dribbling Campanella sulla linea di fondo, si accentra e spara in porta per la fortuita deviazione di un difensore. Il pallone prima di finire in angolo, scheggia la traversa.
L’espulsione di Tartaglia, muta definitivamente il quadro dell’incontro.
La pressione del Bisceglie si trasforma in un assedio asfissiante e la retroguardia granata comincia a mostrare preoccupanti scricchiolii.
Di Marco salva in tuffo un colpo di testa di Di Pinto, poi Serra, che ha deciso di non fischiare più rigori, sorvola su un evidente affossamento in area di Pezzulli da parte di Modesto, poi al 37’ il patatrac. E’ spettacolare la mezza rovesciata di Pizzulli, sul cross di Di Pinto, ma è poco comprensibile la posizione di Di Marco, sorpreso dalla parabola perché fuori dai pali.
De Pascalis, che si infila tra due difensori, sfiora il quinto gol a tempo scaduto, ma la gara dei paradossi e delle occasioni sprecate è probabilmente giusto che debba andare in archivio in parità.
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