
A cura di: Antonello Piccolo
La Gazzetta del Mezzogiorno
Il calcio cittadino ha bisogno di maggiore partecipazione da parte degli imprenditori locali. Per mantenere gonfio il pallone, a Massafra servono nuovi “contribuenti”.
Come è noto, il presidente Benito Luccarelli, dopo la difficile esperienza alla guida della società, sembra prossimo al disimpegno. È amareggiato il numero uno giallorosso. Nonostante la sua squadra abbia disputato un campionato dignitoso, basato sulla valorizzazione dei giovani, non c'è stata la minima attenzione, da parte di nessuno. L’unica condizione affinché Luccarelli possa rimanere in sella al Massafra è rappresentata dall’allargamento societario.
«Come ho avuto già modo di dire - commenta Luccarelli - non è possibile continuare a fare calcio alle spalle dei soliti noti. Una volta la squadra rappresentava il bigliettino da visita della città. Mi accorgo che avvicinare l’imprenditoria locale, quella che conta e che muove l’economia della regione, è un’impresa ardua. Sono stanco e l'esperienza appena conclusa potrebbe rappresentare l’espediente per allontanarmi da questo sport, che mi onoro di sostenere da circa venti anni».
Guardando al futuro, cosa intravede Luccarelli?
«Prima di sbilanciarmi, ho il dovere di onorare gli impegni assunti nei confronti di chi ha permesso al calcio massafrese, di vivere una stagione al di sopra di ogni più rosea aspettativa della vigilia. Cosa che sto facendo in questi giorni. Superato questo aspetto m'incontrerò con i più stretti collaboratori. Quei pochi appassionati che, come me, continuano a “svenarsi” per il Massafra».
Il riferimento a Pinuccio Mariano, Antonio Lenoci, Giovanni Lazzaro e Domenico Montemurro è percepibile.
Come è noto, il presidente Benito Luccarelli, dopo la difficile esperienza alla guida della società, sembra prossimo al disimpegno. È amareggiato il numero uno giallorosso. Nonostante la sua squadra abbia disputato un campionato dignitoso, basato sulla valorizzazione dei giovani, non c'è stata la minima attenzione, da parte di nessuno. L’unica condizione affinché Luccarelli possa rimanere in sella al Massafra è rappresentata dall’allargamento societario.
«Come ho avuto già modo di dire - commenta Luccarelli - non è possibile continuare a fare calcio alle spalle dei soliti noti. Una volta la squadra rappresentava il bigliettino da visita della città. Mi accorgo che avvicinare l’imprenditoria locale, quella che conta e che muove l’economia della regione, è un’impresa ardua. Sono stanco e l'esperienza appena conclusa potrebbe rappresentare l’espediente per allontanarmi da questo sport, che mi onoro di sostenere da circa venti anni».
Guardando al futuro, cosa intravede Luccarelli?
«Prima di sbilanciarmi, ho il dovere di onorare gli impegni assunti nei confronti di chi ha permesso al calcio massafrese, di vivere una stagione al di sopra di ogni più rosea aspettativa della vigilia. Cosa che sto facendo in questi giorni. Superato questo aspetto m'incontrerò con i più stretti collaboratori. Quei pochi appassionati che, come me, continuano a “svenarsi” per il Massafra».
Il riferimento a Pinuccio Mariano, Antonio Lenoci, Giovanni Lazzaro e Domenico Montemurro è percepibile.
«Mi auguro che, entro la prossima settimana, possa maturare qualcosa di positivo. Spero, soprattutto, che nel frattempo si riesca a coinvolgere più da vicino qualche colonna portante dell’economia locale».
Ma i problemi che frenano il decollo del calcio in città, non sono soltanto di natura economica.
C'è la questione stadio da sistemare, basti pensare agli esigui spazi concessi alla squadra, per effettuare gli allenamenti sul prato del campo centrale, quando lo stesso viene concesso, in modo indiscriminato, ad associazioni calcistiche professionistiche e dilettantistiche delle città limitrofe. Il risultato: il manto erboso risulta fortemente compromesso, occorre rizzollarlo.
Ma i problemi che frenano il decollo del calcio in città, non sono soltanto di natura economica.
C'è la questione stadio da sistemare, basti pensare agli esigui spazi concessi alla squadra, per effettuare gli allenamenti sul prato del campo centrale, quando lo stesso viene concesso, in modo indiscriminato, ad associazioni calcistiche professionistiche e dilettantistiche delle città limitrofe. Il risultato: il manto erboso risulta fortemente compromesso, occorre rizzollarlo.
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